Il borgo di Neive si trova nel cuore delle Langhe, in provincia di Cuneo, in un delizioso panorama di dolci colline coltivate a viti, noccioleti, pioppeti. Poco più in là, a quote più alte, al margine di queste coltivazioni ordinate e quasi geometriche, troviamo boschi e pascoli.
Siamo nella zona centro-meridionale del Piemonte, alla destra orografica del fiume Tanaro.
I suoli delle Langhe sono antichi e perlopiù di matrice marnoso-argilloso-calcarea. Questi terreni sono particolarmente adatti alla coltivazione di uve da grandi vini rossi.
Il Borgo di Neive
Neive è il più grande tra i tre comuni della zona di produzione del Barbaresco.
Percorrendo da ovest verso est il crinale che attraversa i pendii vitati della MGA Ovello arriviamo a Neive.
Il pittoresco borgo si divide in due parti:
- l’antico centro storico medioevale edificato nel punto più alto della collina
- l’abitato di Borgo Nuovo ostruito in tempi molto più recenti, dopo l’arrivo della ferrovia, staccato dal centro storico.
La zona più antica del comune di Neive è circolare ed è abbarbicata sulla collina, in una meravigliosa posizione. Da quassù la vista spazia sui vigneti circostanti.
Un po’ di storia
Gens Naevia, così si chiamavano le famiglie più facoltose di Neive ai tempi degli antichi romani, e proprio loro possedevano i migliori terreni della zona. Ai romani dobbiamo la costruzione della via Emilia che collegava Alba ad Acqui Terme, passando per Neive.
Documentazioni storiche testimoniano che i monaci benedettini nell’XI secolo possedevano intorno al loro monastero – di cui oggi è rimasto solo il campanile in stile romanico – circa 100 ettari di terreno (corrispondenti a 250 “giornate”).
Nell’area Pian Castello, nella parte alta del borgo, troviamo la casa dei conti Cotti di Ceres risalente al XIV secolo. Fra queste mura è stato ritrovato un antico documento, redatto dal vicario Francesco Cotti, che illustra le tecniche di viticoltura e vinificazione dell’epoca.
La torre di Neive è crollata diverse volte a causa delle guerre tra i comuni di Alba e Asti ma fortunatamente ai nostri giorni è arrivata la “versione” ricostruita nel XIII secolo.
Appartenevano a famiglie aristocratiche del XVI e XVII
- la casa dell’orologio
- palazzo Borgese in stile rococò (edificato dall’architetto neivese Giovanni Antonio Borgese)
- il palazzo dei Conti di Castelborgo.
Ma quando e dove è nato il primo “antenato” del Barbaresco?
Si narra che proprio nelle storiche cantine del palazzo dei conti di Castelborgo furono sperimentate le prime vinificazioni con uva nebbiolo. Il conte Camillo Benso di Cavour aveva invitato al castello il famoso enologo francese Louis Oudart.
Loius Oudart quindi ancor prima di lavorare per la Marchesa Juliette Colbert dei Marchesi di Barolo, aveva iniziato la sua “avventura piemontese”, che ha portato alla nascita dei nostri grandissimi vini rossi, proprio a Neive.
Non a caso le denominazioni di origine Barolo e Barbaresco portano in etichetta il nome del comune di produzione e non quello del vitigno, proprio come facevano i francesi.
Credits foto Travel Langhe