La storia della mia famiglia Pelissero inizia il 5 gennaio 1921, quando mio nonno Giuseppe e il mio pro zio Giovanni Pelissero stipulano l’atto di acquisto di Cascina Crosa. È una storica cascina di Neive, da sempre proprietà nobiliare e residenza di campagna dei Conti Cocito.
Ci sono già due ettari di vigneti piantati intorno all’azienda. Loro curano la campagna, la stalla, le vigne e conferiscono le uve alla cantina sociale di Neive. Mio nonno è contadino e falegname. Sposa mia nonna Aurelia Cesarina, da cui ha dieci figli: nove femmine e un solo maschio, Pasquale, mio padre, che nasce il 24 settembre 1939, sotto il segno della Bilancia.
Nonno Giuseppe muore nel 1956 a causa di un grave incidente di lavoro. Sono tempi in cui in Piemonte vige ancora la regola dove l’azienda passa in eredità solo per parte maschile. Mio papà ha 17 anni e tocca a lui: prende in mano l’azienda. Accanto a lui mia nonna e mia zia Rosa, la sorella più piccola, che all’epoca ha 15 anni. Papà e zia sono smarriti davanti al tanto lavoro: devono portare avanti da soli campi, vigne e stalla.
Nonna Aurelia vende le uova al mercato per arrotondare e poter comprare le scarpe ai suoi figli. È ancora la Langa della malora. Mi raccontavano sempre che un giorno mentre portano l’uva alla cantina sociale, al rondò di Neive comincia a grandinare: l’uva è salva ma il carro si riempie di grandine.
Siamo negli Anni 60 e inizia a svilupparsi l’industria anche qui. Tanti contadini s’impiegano nelle fabbriche che danno un lavoro e uno stipendio sicuri, non come quelle «botteghe a cielo aperto» che sono le nostre vigne! Anche mio papà è tentato, cerca un lavoro e lo trova in una delle aziende più prestigiose di Langa, la Ferrero.
Ma quella non è la sua vita e infine, dopo pochi anni, torna nella sua vigna. Negli Anni 70 mio padre inizia a imbottigliare il Barbaresco e inizia così anche la storia dell’autonomia dell’azienda. In cantina ci stava poco.
Era solito asserire: «Quando curi tanto e bene la tua vigna, in cantina hai poco da fare». Era un bell’uomo, elegante, un «contadino gentiluomo»: si vestiva bene anche quando andava in vigna. È un tratto tipico di chi ha nel segno la Bilancia. Negli anni, con tanto lavoro e tanti sacrifici, ha messo insieme la proprietà. È del 1971 la prima bottiglia di Barbaresco Cascina Crosa. Nel 1970 sposa mia mamma, Gregorina Isabella, e ha tre figlie: io sono la primogenita.
La sorte per me ha scelto la vigna: nasco il 5 novembre 1971 mentre mia mamma stava vendemmiando. Il destino è segnato: sarà io a prendere in mano le redini dell’azienda paterna.